Artrosi all’anca: cos’è e quali sono i trattamenti

Artrosi all’anca: cos’è e quali sono i trattamenti

Parlando di artrosi all’anca, dobbiamo innanzitutto specificare che l’artrosi è una malattia cronica degenerativa che colpisce una larga fetta della popolazione, specialmente in età avanzata e va a colpire principalmente l’anca e il ginocchio, ma anche altre articolazioni sia dell’arto superiore che inferiore, oltre che la colonna vertebrale. L’artrosi non è altro che una perdita della cartilagine articolare con progressiva deformità dei capi ossei articolari e l’insorgenza  di dolore e limitazione nei movimenti. Ci sono diversi fattori che portano all’insorgenza e alla progressione dell’artrosi. Tra questi abbiamo l’invecchiamento, l’obesità, le lesioni articolari e una predisposizione familiare (genetica). Anche se non esiste una cura, la diagnosi e il trattamento anticipato sono fondamentali per rallentare o prevenire ulteriori danni alle articolazioni del corpo umano colpite da artrosi.

Cos’è l’artrosi all’anca

La coxartrosi, detta anche artrosi dell’anca, è una malattia infiammatoria cronica, caratterizzata dalla degradazione graduale e inevitabile della cartilagine dell’arto. L’artrosi dell’anca può essere di due tipi, idiopatica o di tipo secondario.

L’artrosi dell’anca idiopatica è tipica dell’età avanzata ed è la conseguenza della degradazione e degenerazione della cartilagine. In seguito il processo coinvolge il tessuto sinoviale e l’osso subcondrale, cioè lo strato di osso che sta sotto la cartilagine.

Si parla di tipo secondario quando l’artrosi è legata ad un’anca malformata (displasica), ad esiti di traumi, di fratture (come quella al collo del femore) che predispongono all’artrosi precoce, ad una patologia reumatica (ad esempio l’artrite reumatoide) oppure l’esito di una necrosi della testa del femore.

I sintomi legati a questa malattia comprendono tre stadi di gravità. Partendo dalla fase iniziale dove il paziente mostra sintomi lievi e può essere curato con la terapia adatta, fino ad arrivare all’ultima fase, che è quella in cui i dolori sono lancinanti e l’unica terapia adatta può essere solo l’intervento chirurgico.

Quali sono i trattamenti dell’artrosi all’anca

I trattamenti vanno in base alla gravità dell’artrosi. Infatti, in presenza di un’artrosi all’anca alla fase principale o comunque caratterizzata da sintomi molto lievi, i medici scelgono generalmente per una terapia di tipo conservativo o non chirurgico.

Al contrario, in presenza di una artrosi dell’anca ad uno stadio avanzato o comunque caratterizzata da una sensazione dolorosa cronica e severa, optano di regola per una terapia di tipo chirurgico.

Possiamo cercare di ostacolare la degradazione delle cartilagini e cercare di far passare l’infiammazione a muscoli e tendini con rimedi che aiutano e migliorano la qualità del movimento.

Alcuni elementi che possono aiutare sono rappresentati ad esempio dal collagene, che è un elemento costitutivo del nostro apparato locomotore, una proteina che in parte è prodotta dal nostro organismo e viene sintetizzata da proteine alimentari. Si possono inoltre utilizzare i componenti fondamentali della cartilagine, come la glucosamina e la condroitina

Purtroppo con l’avanzare degli anni perdiamo parte del collagene ogni giorno, a causa dei radicali liberi e dell’usura. Possiamo completare con alcuni preparati atti ad aumentare la quota disponibile, come il collagene idrolizzato e l’acido ialuronico.

Poi abbiamo la glucosamina, anch’essa già presente nei nostri tessuti connettivi. Questa permette di accrescere e mantenere le cartilagini e il liquido sinoviale. Possiamo aiutarci con degli integratori di glucosamina, sia di origine animale sia vegetale nel contrastare e rallentare il processo degenerativo che porterà all’artrosi all’anca.

Spesso la glucosamina è associata al metilsulfonilmetano (MSM) che rinforza l’azione protettiva delle cartilagini.

È possibile utilizzare anche la Boswellia, che è un antinfiammatorio e un analgesico naturale. Migliora la parte dolorante, riduce eventuali gonfiori o edemi e toglie l’infiammazione. Possiede proprietà protettive contro enzimi dall’azione deteriorante dei tessuti elastici e del connettivo. È indicata in caso di artriti, osteoartrite, artrite reumatoide.

Nella fase iniziale il trattamento non solo si avvale della terapia medica antidolorifica, tra cui il riposo o la kinesiterapia (terapia del movimento), ma si serve anche della terapia infiltrativa intra-articolare e dell’uso di un bastone per favorire la deambulazione.

La terapia infiltrativa può essere di due tipi: infiltrazioni di farmaci steroidei o infiltrazioni con acido ialuronico. In entrambi i casi se parliamo dell’anca è bene specificare che l’infiltrazione deve essere eseguita sotto guida ecografica.

La fisioterapia si avvale sicuramente della rieducazione funzionale volta a migliorare l’elasticità e l’escursione articolare (per quanto possibile), ma può avvalersi anche di macchinari che aiutano a togliere l’infiammazione , e di conseguenza, il dolore. Tra questi sicuramente la magnetoterapia e la tecarterapia.

L’intervento chirurgico per l’artrosi all’anca avanzata

Esistono due tipi di trattamento chirurgico per l’artrosi all’anca: l’intervento in artroscopia per il rimodellamento della cartilagine articolare e l’intervento di protesi d’anca.

L’intervento di artroprotesi di anca è definito come intervento di chirurgia maggiore. Con il passare del tempo è diventato un intervento ben definito, con un’alta percentuale di successo, naturalmente non privo di complicazioni, la cui incidenza è comunque abbastanza limitata.

La protesi di anca con tecnica mini invasiva rappresenta oramai il gold standard per quanto riguarda la terapia della artrosi dell’anca in fase avanzata. L’intervento è in grado di restituire al paziente una nuova funzionalità articolare oltre ad eliminare il dolore, permettendo così a chi si sottopone all’intervento chirurgico, di tornare ad una vita normale, con ben poche limitazioni.

Naturalmente l’intervento non può prescindere da una eccellente tecnica chirurgica da parte del chirurgo che esegue l’operazione.