Le patologie trattate dal proctologo e considerate da quella branca della medicina chiamata proctologia sono davvero molte. Si va dalle emorroidi al morbo di Crohn, dalla sindrome del colon irritabile alla diverticolite. Inoltre il proctologo si occupa di considerare altre condizioni importanti che riguardano per esempio le ragadi anali, le fistole, il prolasso rettale, i polipi intestinali e, infine, anche i casi di stitichezza. La proctologia studia tutto ciò che riguarda le funzioni e le patologie del colon retto e dell’ano, per questo trova numerose applicazioni di varia natura. Ma quando bisogna rivolgersi ad un proctologo? Approfondiamo l’argomento.
Quando rivolgersi ad un proctologo
Può essere utile rivolgersi ad un proctologo Milano o in un’altra città italiana in seguito al manifestarsi di varie problematiche. Per esempio è necessario consultare un medico proctologo quando si presentano dei dolori anali che tendono a prolungarsi nel tempo oppure quando si presentano dei sanguinamenti dall’ano o presenza di sangue nelle feci.
È opportuno rivolgersi ad un proctologo per il trattamento delle emorroidi interne o esterne o quando i problemi di stipsi sono ricorrenti.
A volte è necessario consultare un proctologo anche quando si hanno mal di pancia persistenti che non sono rapportabili a cause ben precise. Si dovrebbe consultare un proctologo anche in presenza di manifestazioni sintomatiche di varia natura, come crampi addominali, nausea, diarrea e costipazione.
Come funziona la visita proctologica
L’obiettivo della visita proctologica è quello di cercare di analizzare e di comprendere i sintomi riportati dal paziente, in modo che poi il medico possa individuare un preciso percorso terapeutico da seguire.
Nel corso della visita il medico fa un colloquio con il paziente, cercando di comprendere i motivi per i quali ci si è rivolti al suo consulto. Poi si prosegue con un’ispezione diretta della parte esterna e interna dell’ano. Si tratta di quella che viene chiamata esplorazione rettale.
L’esplorazione viene eseguita in forma diretta dallo specialista mediante l’utilizzo di un guanto lubrificato oppure tramite il ricorso ad una strumentazione di carattere endoscopico, che serve ad eseguire l’anoscopia.
Nell’ultima parte della visita avviene la valutazione da parte dello specialista, che dà un parere sul quadro clinico riscontrato. Il medico, a seconda delle condizioni del paziente, può prescrivere un’apposita terapia da portare avanti o può richiedere degli accertamenti diagnostici, come per esempio l’effettuazione di una colonscopia o di una radiografia.
Come prepararsi alla visita proctologica
Non è necessario nemmeno seguire una particolare preparazione per sottoporsi ad una visita dal proctologo. La visita ha in genere l’obiettivo di valutare lo stato diagnostico del paziente e quindi non richiede nemmeno l’esecuzione di esami particolari.
Senza dubbio comunque è davvero importante che il paziente presenti, specialmente se si tratta di una prima visita, le eventuali documentazioni cliniche che ha acquisito nel corso del tempo.
Si possono presentare anche i risultati di esami del sangue fatti di recente. Altre visite o altri approfondimenti di carattere diagnostico, come abbiamo già specificato, potranno essere indicati dallo specialista nel corso della visita, qualora ne riscontrasse la necessità.