L’ortensia, appartenente al genere Hydrangea della famiglia delle Sassifragacee, è una meravigliosa e colorata pianta ornamentale, molto scenografica, perfetta per essere esposta in giardino oppure in balcone come abbellimento, e si adatta a qualsiasi condizione climatica. Può assumere colorazioni diverse in base al ph del terreno in cui viene coltivata, ma i più diffusi sono l’azzurro, il violetto, il rosa e il bianco. I suoi fiori sono riuniti in infiorescenze di forma pressappoco sferica, dette corimbi o pannocchie, mentre le foglie sono piuttosto larghe, ovali, di colore verde intenso superiormente e verde pallido al di sotto. Originaria dell’America centrale e meridionale, della Cina e del Giappone, è stata introdotta in Europa all’incirca nel 1700 grazie al naturalista Philibert Commenson. Ma per gli appassionati di botanica o se siete semplicemente interessati a questa pianta e volete saperne di più, vediamo nel dettaglio come coltivare le ortensie!
La coltivazione
Le ortensie coltivate in un terreno acido saranno di colore blu, invece quelle fatte crescere in un terreno alcalino tenderanno al rosa. Per questo, se le preferite, ad esempio, di colore blu, usate un terriccio acido al punto da ospitare questo tipo di piante oppure, in alternativa, fate in modo di rendere più acido il terreno che avete a disposizione: in commercio esistono anche diversi prodotti da giardinaggio utili a questo scopo, ma a volte, per acidificare, è sufficiente aggiungere semplicemente dei fondi di caffè.
Se volete coltivarle in giardino, scavate una buca piuttosto profonda per contenere le radici. Come tutte le piante, le ortensie traggono giovamento da una parziale esposizione solare, ma sono in grado di crescere anche e soprattutto all’ombra o a mezz’ombra, poiché la luce costante può piegarne i fusti. L’importante è che il terreno sia ben curato e drenato per ospitarle al meglio, in quanto le ortensie amano gli ambienti freschi e umidi.
La cura
Le ortensie non hanno bisogno di particolari accorgimenti, sopportano bene le temperature fredde (ma meglio tenerle in ambienti che non superino i 15-16 gradi) e possono essere coltivate anche in vaso, scegliendone uno proporzionalmente adatto. In quest’ultimo caso, è da preferire un terriccio acidofilo. Le stagioni migliori per coltivarle sono l’autunno e la primavera.
Innaffiatele spesso quando fa caldo, almeno due volte al giorno durante l’estate e la fioritura; in quello stesso periodo infatti converrebbe posizionarle in ambienti più freschi essendo molto sensibili all’appassimento. Per farlo non utilizzate un’acqua troppo calcarea o si rischia di alterare il ph del terreno. Preferite piuttosto l’acqua piovana. Altrimenti, riempite l’annaffiatoio con almeno 24 ore di anticipo e aggiungete direttamente lì un cucchiaio di aceto di vino bianco.
L’irrigazione va effettuata con lentezza e attenzione ed è parte fondamentale della manutenzione di questa pianta: se notiamo, infatti, che le foglie iniziano a diventare marroncine, significa che necessita di un maggior quantitativo d’acqua. Le ortensie vanno anche concimate regolarmente, a cadenza settimanale, con del concime adatto alle piante acidofile.
Per quanto riguarda invece la potatura, non deve essere mai eccessiva: eliminate solo i rami marci o troppo lunghi che con il tempo donano alla pianta un aspetto poco armonioso. Utilizzate forbici idonee e opportunamente disinfettate prima di ogni potatura, poiché i rami tagliati male o schiacciati favoriscono l’annidarsi di parassiti rendendo inadeguata la fioritura. Questa operazione andrebbe preferibilmente fatta in marzo, alla fine dell’inverno, quando il clima inizia a essere più mite.