Per quali ragioni uno psicologo può essere sospeso?

Per quali ragioni uno psicologo può essere sospeso?

Quando si intraprende un percorso all’interno del settore medico è importante conoscere tutti gli oneri e le peculiarità che vanno a caratterizzare le varie figure professionali del settore. Questo implica un’attenzione non indifferente nei confronti dei vari argomenti di studio, della formazione e delle responsabilità che un professionista ha nei confronti dei propri pazienti. Alla luce di questi presupposti si poggiano le basi dell’etica di un professionista e del codice deontologico che deve assolutamente seguire.

Occorre premettere, infatti, che i professionisti possono anche essere sanzionati e sospesi, per non aver ottemperato ai loro obblighi in maniera e misura differente. Nelle circostanze più gravi si può arrivare ad essere radiati dal rispettivo albo, ma andiamo per gradi. Questa guida vuole, infatti, focalizzarsi sui casi di sospensione per gli psicologi: professione particolarmente delicata da analizzare e di carattere prioritario soprattutto nella società moderna.

Le sanzioni a cui va incontro uno psicologo: informazioni preliminari

Tra le ragioni che possono portare alla sospensione di uno psicologo c’è anche la mancata partecipazione ai corsi di aggiornamento ecm e a tal proposito ricordiamo che attraverso siti come ebookecm.it si possono ottenere i crediti ECM da psicologo con la lettura degli ebook accreditati e il successivo superamento di un test. Bisogna, però, procedere gradualmente e facendo le dovute premesse riguardo un argomento che, di fatto, si rivela particolarmente complesso da affrontare come tutto ciò che, di fatto, concerne il mondo della medicina e delle sue svariate branche, tra cui spiccano sicuramente i caratteri relativi alla deontologia professionale degli psicologi.

Stando agli articoli 1 e 2 del Codice Deontologico, lo psicologo deve conoscere e osservare le regole stabilite all’interno dello stesso. Si parla di un’analogia con il carattere della legge “ordinaria” che non ammette ignoranza. Nei casi in cui lo psicologo viene colto nelle suddette condizioni, egli può essere passibile di sanzioni disciplinari, stando a quanto previsto dall’articolo 26 della legge 18 febbraio 1989 numero 56, “Ordinamento della professione di Psicologo”.

Quanto appena citato serve a definire e a prevedere i comportamenti etici che lo psicologo deve avere e le conseguenze di violazioni o abusi professionali o delle contravvenzioni relative al decadimento dei principi di dignità e decoro professionale. In funzione della gravità dei fatti commessi, poi, si procede con una determinata sanzione disciplinare: dall’avvertimento alla censura, fino ad arrivare alla sopracitata sospensione dall’esercizio professionale per un periodo non superiore ad un anno e, infine, alla radiazione.

Qual è l’iter sanzionatorio a cui sono sottoposti gli psicologi?

Quando si fa riferimento alle sanzioni che interessano gli psicologi colti in contravvenzione, bisogna chiarire che esse vengono irrogate dal Consiglio regionale o provinciale dell’Ordine. Si parte dall’avvertimento, che consiste nella contestazione o nel richiamo del professionista ai suoi obblighi deontologici. In questo caso, lo psicologo viene avvertito del fatto che l’atto compiuto non è adatto al suo ruolo e, pertanto, deve astenersi dal ripeterlo.

L’avvertimento avviene in maniera privata e non prevede multe, mentre la censura si sostanzia nel biasimo formale nei confronti del collega attraverso una comunicazione del Consiglio riguardante la disapprovazione e il dissenso nei confronti della condotta dello psicologo. La sospensione, invece, prevede la preclusione di esercitare la professione, fino a un massimo di un anno e può avvenire dopo la dimostrazione e l’accertamento di gravi infrazioni commesse dal professionista o quando sussistono condizioni come: una condanna per contravvenzione, una emissione di mandato o ordine di cattura, un ricovero in ospedale psichiatrico o un ricovero su procedimento penale, oltre che in caso di morosità di oltre due anni nel pagamento dei contributi dovuti all’Ordine. Nei casi più gravi, invece, lo psicologo può essere radiato dall’Albo.