La questione del fipronil trovato nelle uova negli scorsi mesi continua a suscitare parecchia attenzione in tutta Europa. La situazione non sembrerebbe risolversi facilmente, anche a causa dei tempi necessari per decontaminare gli allevamenti da questa sostanza pericolosa. È stato rilevato che dal 21 luglio le varie azioni e le notifiche relative al fipronil in Europa sono state 694, con il coinvolgimento di ben 58 Stati, tra cui l’Italia. Il lavoro di pulizia negli allevamenti sta portando ad un periodo di stop della produzione di uova anche nel nostro Paese.
Bisogna ricordare infatti che il lavoro per ricreare le condizioni precedenti alla diffusione del pesticida negli allevamenti è molto lungo, perché può durare anche per due mesi. La sostanza non ha un livello di tossicità alto, ma resiste a lungo nel luogo in cui si trova. Per questo motivo in alcuni casi potrebbero non essere sufficienti nemmeno i lavori di decontaminazione.
In ogni caso questo riposo forzato sta causando, secondo i dati forniti dal Fatto Alimentare, una vera e propria mancanza di uova nei supermercati. Sarebbero stati riscontrati problemi di fornitura a Milano in diversi punti vendita. In alcuni negozi la situazione va avanti in questo modo da diverse settimane e le scorte di uova stanno terminando. Segnalazioni al Fatto Alimentare sono arrivate anche dal Piemonte e dalla Liguria.
Solo una catena di supermercati ha ammesso l’esistenza di un problema che deriverebbe proprio dalla situazione che si è venuta a creare a causa del fipronil e dell’influenza aviaria. Quest’ultima di recente è arrivata anche nel nostro Paese, dopo una diffusione in vari Stati europei, causando nella Pianura Padana la chiusura di più di 30 allevamenti.
La crisi delle forniture sta naturalmente facendo incrementare i prezzi. La Camera di Commercio di Forlì ha rilevato che si è verificato un aumento nell’ultimo mese del 20% (la percentuale sale del 50% rispetto all’anno scorso). La situazione quindi non è per niente positiva, anche perché i prezzi potrebbero subire ulteriori aumenti in un periodo, quello della fine dell’anno, in cui solitamente la richiesta del prodotto è in crescita.