Gli scienziati hanno effettuato un’analisi prendendo in considerazione 25 uomini con una quantità ridotta o notevole di grasso nel fegato. I volontari sono stati suddivisi in due gruppi composti da 11 e 14 soggetti. È stata osservata l’alimentazione dei partecipanti nel corso di 12 settimane, la durata dello studio.
I volontari dovevano seguire una dieta povera o ricca di zucchero. Nel primo caso il consumo di zucchero corrispondeva a non più di 140 calorie quotidiane, una cifra che si avvicina a quella raccomandata dagli esperti. L’altro tipo di alimentazione, invece, consentiva di assumere 650 calorie, sempre in termini di zuccheri consumati.
Alla fine dello studio, nei partecipanti che avevano un alto livello di grasso nel fegato (una situazione che è chiamata steatosi epatica non alcolica) e che avevano assunto molti zuccheri è stato osservato un cambiamento notevole nel metabolismo dei grassi. In particolare si è visto che veniva incrementato il rischio di patologie cardiovascolari, di insorgenza di ictus e di infarto.
È stato visto anche che, quando gli uomini con pochi grassi nel fegato hanno iniziato a consumare molti zuccheri, è aumentata la quantità di grasso epatico e si sono verificati dei cambiamenti nel metabolismo, che è diventato quasi uguale a quello dei soggetti con fegato grasso.