Perché gli uomini non capiscono le donne

Perché gli uomini non capiscono le donne

Una donna è un paese straniero del quale, anche quando vi si stabilisca da giovane, un uomo non arriva mai a capire a fondo i costumi, la politica e la lingua”. Coventry Patmore, L’angelo della casa, 1854

Le parole del poeta inglese Patmore sono esplicative di quella che è una condizione che da sempre si ripete, nel rapporto comunicativo tra uomo e donna. L’incomprensione sembra la base ineluttabile della comunicazione tra i due sessi, ma è veramente così? E perché ciò si verifica? Quanto c’è di vero nell’incomunicabilità tra i due sessi, e quanto invece non sia una leggenda metropolitana e, a volte, un alibi per sfuggire ad un reale scambio di linguaggi anche e soprattutto di quello emotivo? Trovare risposte che siano appropriate ed esaustive di tali interrogativi non è semplice, ma possiamo analizzare alcuni fattori che possano aiutare a capire perché gli uomini non capiscono le donne.

L’importanza dello sguardo

Un gruppo di ricercatori della LWL University Hospital di Bochum in Germania ha condotto un esperimento, i cui risultati sono poi stati pubblicati sulla rivista PlosOne. Secondo lo studio, sembra essere tutto vero, gli uomini non capiscono le donne e questo per un motivo ben specifico che chiama in causa la capacità di leggere lo sguardo altrui. Il titolo dello studio è il seguente “Perché gli uomini non capiscono le donne? Reti neurali alterate nella lettura del linguaggio degli occhi di uomini e donne”.

Il problema quindi risiederebbe nello sguardo. Gli uomini, secondo i ricercatori, avrebbero difficoltà a capire le donne perché non riescono a riconoscere gli stati d’animo che esprimono attraverso gli occhi. Le donne invece sono in grado di analizzare e sintonizzarsi sullo sguardo altrui per leggere l’emozione che l’altro sta vivendo.

L’esperimento ha sottoposto 22 volontari di sesso maschile, tra i 21 e i 52 anni, al seguente studio: essi hanno osservato delle immagini in bianco e nero di 36 paia di occhi, dovendo poi rispondere alla domanda di individuare quali emozioni celavano. Diciotto di quelle foto appartenevano a uomini e diciotto a donne, ma tale dato non era stato specificato ai partecipanti all’esperimento ovviamente. Mentre i partecipanti erano sottoposti a risonanza magnetica funzionale (FMRI) dovevano scegliere tra due parole proposte, per indicare lo stato d’animo che secondo loro veniva trasmesso da quegli sguardi. La risonanza permetteva di avere un quadro completo di ciò che accadeva nel cervello dei partecipanti in quel momento.

Il risultato dell’esperimento ha portato alle seguenti considerazioni. I volontari si sono rivelati molto più bravi ad individuare lo stato d’animo dei soggetti maschili, quindi del loro stesso sesso. Inoltre, guardando gli occhi di un altro uomo, la regione del cervello deputata all’elaborazione delle emozioni, quindi l’amigdala, era più attiva di quando invece gli stessi si trovavano di fronte gli occhi di una donna. Anche altre aree del cervello non si accendevano quando i partecipanti avevano davanti gli occhi di una donna.

Dall’esperimento si evince che gli uomini sono capaci di leggere lo sguardo e quindi di leggere le emozioni che si celano dietro ad ogni sguardo ma semplicemente sono più capaci e pronti a farlo quando si tratta di una persona dello stesso loro sesso.

In ultimo, al di là di questo esperimento, si potrebbe ipotizzare un discorso che riguardi invece l’emancipazione del maschio che è ancora un processo reale molto lungo e non è facilitato se l’emancipazione femminile si trova a seguire i percorsi maschili. Ma quest’ultima riflessione, tratta da un’analisi di Umberto Galimberti richiede un più ampio trattamento, quindi limitiamoci in questo caso ai dati dell’esperimento.