Glutammato fa male? Cos’è e cosa provoca

Glutammato fa male? Cos’è e cosa provoca

Il glutammato monosodico è un additivo presente in diversi cibi industriali, tipicamente utilizzato per insaporire dadi da brodo, che siano di carne o vegetali. Difatti è possibile trovarlo elencato quasi sempre nelle etichette delle confezioni, dove sono riportati tutti gli ingredienti. Ma i dubbi riguardo alla sua salubrità non sono pochi, dato che è stato spesso additato come “pericoloso”: fa davvero male? Cosa provoca la sua assunzione? C’è da preoccuparsi? Approfondiamo allora l’argomento!

Cos’è il glutammato

Il glutammato monosodico è una sostanza naturalmente presente in tantissimi alimenti, in particolar modo in quelli molto proteici: carne, pesce, legumi, formaggi e anche in alcune verdure. Ma è possibile trovarlo facilmente persino nei sughi e nelle salse, nei salumi e nei prodotti pronti surgelati: è infatti utilizzato nell’industria alimentare da decenni, per rendere più appetibili e saporiti determinati prodotti. L’esempio più classico, come già anticipato, è quello del dado, nella cui etichetta, di solito, è indicato come secondo ingrediente dopo il sale, perché per molti versi sono simili, essendo entrambi impiegati per esaltare i sapori.

Il glutammato fa male alla nostra salute?

Il glutammato monosodico è stato estratto per la prima volta a Tokyo nei primi anni del ‘900, dal chimico Kikunae Ikeda, e il suo utilizzo si è esteso al mondo occidentale solo dopo la seconda guerra mondiale, dove veniva però ricavato mediante sintesi chimica. Ed è proprio da questo che nasce la preoccupazione di vederlo associato alla comparsa di disturbi quali obesità, emicrania, asma e altre patologie più o meno importanti.

La sua presunta nocività è da anni oggetto di ricerche e studi, ma illustri Organi di sicurezza alimentare quali l’European Food Information Council hanno smentito che si tratti di una sostanza dannosa. Il glutammato non fa male, non certo ai dosaggi impiegati nei cibi industriali. Che sia quindi contenuto naturalmente nei cibi o ricavato chimicamente non sono stati dimostrati effettivi rischi per la salute di chi lo ingerisce.

L’additivo sintetico viene assorbito più rapidamente dall’organismo rispetto al corrispettivo naturale, e a questo si attribuisce la comparsa di eventuali effetti collaterali. È stato escluso il legame del glutammato monosodico con l’insorgenza di patologie neurovegetative (anche se in via precauzionale le persone affette da tali malattie ne limitano il consumo), nonché un’interferenza con lo sviluppo del feto nelle donne in stato di gravidanza.

Non è da segnalare neppure una dose massima giornaliera oltre la quale il glutammato monosodico si rivelerebbe dannoso; in ogni caso persiste la necessità di ulteriori ricerche, per determinare se in quantità eccessive e in particolari condizioni di salute il glutammato potrebbe far male.

Nonostante nulla di tutto ciò sia stato confermato ufficialmente, nel dubbio si potrebbe scegliere di evitarlo o di assumerlo con la giusta moderazione. Leggiamo dunque con attenzione tutte le etichette dei prodotti che siamo soliti comprare, alla ricerca della dicitura “glutammato monosodico” o della sigla E621, e valutiamo di quali di essi possiamo fare a meno. È possibile anche optare per una preparazione casalinga del dado, per non ricorrere a quelli commerciali, e in generale evitare prodotti già pronti dove è più probabile che figuri il glutammato tra gli ingredienti.

In conclusione, si tratta solo di un insaporitore per niente indispensabile, certo, ma neanche da demonizzare. Assumiamolo perciò in tutta tranquillità, ed eventualmente non abusiamone.