Una educazione adeguata e corretta insegna che mentire è una cosa sbagliata, siamo dunque portati a pensare che la persona con cui stiamo parlando, che abbiamo di fronte, stia dicendo la verità. Questo perché etichettare qualcuno come bugiardo non è piacevole né tantomeno semplice da affermare con assoluta certezza. Esistono però delle caratteristiche di chi mente che rivelano tale attività non positiva. Per capire se una persona mente si può innanzitutto analizzare il suo linguaggio del corpo.
Osservare l’altro
Gli agenti della CIA si avvalgono anche del poligrafo, ovvero della cosiddetta “macchina della verità” che permette di monitorare il battito cardiaco e la respirazione durante un interrogatorio. Al momento comunque tali dati non vengono ritenuti validi in tribunale, poiché troppo semplificativi dello stato emotivo e psicologico del soggetto sottoposto all’esame.
Sta di fatto che capire se una persona mente è possibile anche senza l’utilizzo di marchingegni elettronici, basta una acuta osservazione dell’altro, pur se l’analisi finale non deve farci ritenere capaci di dire se l’altro mente al 100%. Esiste sempre un margine di errore da considerare. Vediamo quali sono gli atteggiamenti, le reazioni che ci permettono di pensare concretamente che il nostro interlocutore stia mentendo.
Scoprire il linguaggio del corpo
Una prima osservazione, seppur superficiale, è da riferirsi allo sguardo. Una persona che ci parla senza guardarci negli occhi sta vivendo uno stato di non rilassatezza. Se sposta lo sguardo verso sinistra significa che sta cercando qualcosa nella memoria, se lo sposta verso destra invece non è sincera. Gli occhi non riescono a controllarsi, essi rivelano quello che passa nell’inconscio. Le direzioni appena indicate devono essere invertite se però si parla con una persona mancina. Ma esistono anche altre considerazioni che permettono di rilevare uno stato di ansia o non calma dell’interlocutore.
Nascondersi le labbra quando si parla oppure schiarirsi continuamente la gola o deglutire, mordersi le labbra o anche spostare il peso e la posizione del proprio corpo per calmare l’ansia, sono i così detti dagli esperti “anchor point movement”. Anche sistemarsi i capelli, aggiustarsi il colletto oppure la cravatta sono tutti comportamenti che rivelano uno stato di non calma. A questi ovviamente si aggiungono un aumento della sudorazione, la tachicardia.
Quando una persona si sventola animatamente oppure si passa una mano sulla fronte per asciugarsi un sudore abbondante, probabilmente si sta agitando.
Analizzare il dialogo
Per quanto riguarda invece un dialogo, tendenzialmente una persona bugiarda mira a non rispondere oppure ad eludere la domanda ripetendola, cercando così di guadagnare tempo, oppure il soggetto potrebbe fare affermazioni senza centrare volutamente la risposta, per evitare silenzi imbarazzanti, tipo “mi sembra un’ottima domanda” etc. Di contro invece, vi sono modalità di dire bugie che invece prevedono risposte molto articolate, troppo, a domande che richiederebbero risposte più concise e dirette, questo meccanismo scatta per manipolare la percezione di chi ascolta.
Oppure un’altra tattica messa in atto da chi mente è cercare di costruirsi un personaggio credibile e soprattutto simpatico. La credibilità si alimenta facendo riferimento ad esperienze passate che vadano a giustificare un certo comportamento e la simpatia mira a catturare il sentimento positivo di chi si ha difronte. Ma un atteggiamento che sia simpatico in eccesso si nota e rischia chiaramente di determinare la reazione opposta, anche svelando l’intento poco sincero del soggetto.
Dunque le modalità per capire se una persona mente sono diverse, ovvio che non danno certezze assolute ma possono aiutare a capire meglio determinate situazioni.