Come mangiare il sushi

Come mangiare il sushi

La cucina asiatica e in particolare il sushi costituiscono ormai una moda piuttosto diffusa in Italia e in tutta Europa. È bene sapere che quando si parla di sushi, con questo termine si intende, in maniera anche impropria, una serie di preparazioni alimentari differenti, come ad esempio il Sashimi (pesce crudo, proposto senza riso), i Nigiri (pesce crudo sopra una piccola porzione di riso), il Maki (una sorta di rollo di verdure, pesce e riso) e il Temaki (essenzialmente come il Maki ma con una forma cuneiforme). Come mangiare il sushi è piuttosto semplice ma è bene tenere presenti alcuni consigli. Innanzitutto ricordarsi sempre di lavarsi bene le mani prima di mettersi a tavola. Contrariamente ad altre tipologie di cibo infatti il sushi si presta molto ad essere ingerito direttamente con le mani, senza l’utilizzo di forchette o bacchette di ogni sorta. In molti ristoranti giapponesi propongono, prima di iniziare il pranzo o la cena, delle salviettine umide, ideali per un’attenta e precisa pulizia.

Corretto modo per mangiare il sushi

Dopo aver ordinato la nostra pietanza, prendiamo in considerazione come esempio una portata di Nigiri. Una volta versata la salsa di soia all’interno della classica ciotolina intingete il Nigiri nella salsa. Nel caso specifico del Nigiri fate attenzione a non bagnare il riso in quanto potrebbe perdere la propria consistenza e sfaldarsi.

Fate molta attenzione a come il piatto viene presentato. Tenere in considerazione come la portata viene servita dal cameriere nella preparazione originale dello chef è un elemento base della cucina asiatica. Ad esempio se all’interno del nostro piatto compare già una salsa di accompagnamento, solitamente la salsa di soia è inutile e, al contrario potrebbe compromettere l’equilibrio della portata, così come pensata originariamente dal cuoco.

Solitamente il sushi va assaporato in un sol boccone. L’armonia tra tutti gli elementi del piccolo bocconcino è uno degli elementi chiave di questa pietanza asiatica.

Quando all’interno del piatto compaiono anche delle piccole fettine di zenzero, immergere questa preziosa piantina erbacea all’interno della salsa di soia. In questo unico caso la salsa di soia riuscirà ad assorbire alcune potenti sostanze presenti nello zenzero e a trasmettere il suo profumo al bocconcino che in seguito andremmo ad immergere. Ricordiamo che la fettina di zenzero è solitamente utilizzata anche come risciacquo per la bocca, un potente elemento rinfrescante che andrà a pulire il nostro palato prima di assaporare un nuovo sapore.

Abitudini occidentali

Tra le abitudini del tutto occidentali, spesso capita di vedere persone immergere direttamente all’interno della salsa di soia della crema di wasabi. Solitamente un alimento cremoso e piccante come il wasabi andrebbe mangiato spalmato direttamente sul pesce, senza una ulteriore diluizione all’interno di salse di vario genere.

Attenzione alle diverse tipologie di sushi

Da qualche anno molti ristoranti asiatici propongono la formula “All you can eat”, che consente di mangiare tutto ciò che si vuole ad un prezzo fisso. Spesso però mangiare attraverso questa formula significa tralasciare la qualità degli alimenti. Valutate sempre la qualità della materia prima attraverso l’odore e naturalmente il sapore, ma anche facendo molto attenzione al colore del pesce proposto. Ricordiamoci ad esempio che un tipo di salmone che si sfalda al tatto è vecchio di almeno 2 giorni. Un pesce lucido, freddo e non appiccicoso al contrario è una tipologia di sushi che possiamo mangiare tranquillamente. Naturalmente non deve produrre alcun tipo di odore forte.

Vista, gusto, olfatto ma anche tatto sono fattori da tenere sempre in considerazione. Essenzialmente oltre alla freschezza del pesce si deve considerare anche il tempo in cui tale alimento è rimasto fuori dal frigorifero. In questo caso infatti il pesce potrebbe risultare gommoso, insapore o avere un odore tipico del frigo. Inoltre è opportuno considerare anche da quanto tempo il cibo è stato lavorato, escludendo a priori alimenti preparati da più di 24 ore.