Gli studiosi forniscono quindi un altro motivo ai fumatori per decidere di smettere con questa pratica che, come da sempre sostiene la scienza, è dannosa per la salute per diversi motivi, tra i quali anche l’aumento del rischio di tumori ai polmoni e delle malattie cardiache.
Già in passato alcune ricerche scientifiche avevano trovato una correlazione tra il fumo di sigaretta e l’insorgenza del morbo di Crohn, ma fino a questo momento era sconosciuto il meccanismo che sta alla base di questo collegamento. Il fumo di sigaretta sarebbe capace di attivare specifici globuli bianchi nei polmoni, che successivamente possono passare al colon, causando infiammazione intestinale.
Secondo il principale autore dello studio, il dottor Hyunsu Bae, le vie aeree e il sistema intestinale hanno molti punti in comune. È molto più probabile che la malattia di Crohn si sviluppi nelle persone che soffrono di malattie delle vie respiratorie e questo è un segnale evidente del legame stretto tra infiammazione dei polmoni e infiammazione dell’intestino.
Nel corso dello studio gli animali da laboratorio sono stati esposti al fumo di 20 sigarette ogni giorno, per sei giorni alla settimana, per diverse settimane. Successivamente i ricercatori hanno esaminato la presenza di infiammazione nei polmoni e nell’intestino degli animali. Anche se senza troppa sorpresa, è stata rilevata una significativa infiammazione nei topi esposti al fumo.